giovedì 26 settembre 2013

Concorso Agenzia-X & Omega (S)COMPENDIUM- DEADLINE-


E’ stata una faticaccia, ma alla fine è finita.:  Seguire e raccogliere i lavori de” L’AGENZIA-X & OMEGA COMPENDIUM:” . Quattro pagine scritte, sceneggiate, disegnate ed inchiostrate  da  autori esordienti  che ambirebbero  divenire professionisti del fumetto.
La faticaccia si sarebbe potuta evitare se alcuni dei partecipanti si fossero dimostrati meno sprovveduti e un po’ più seri.
Per una occasione del genere, potevano rinunciare alle vacanze estive e consegnare una pagina alla volta come richiesto, rispettando i termini. Avrebbero dovuto seguire e mettere in pratica i miei “consigli”( il termine CONSIGLIO era un modo carino per dire “ TASSATIVO”), non trascurando l’inchiostrazione.
Il vero premio del concorso era la simulazione di uno stage in una casa editrice di fumetti, dove se ci si adatta alle filosofie editoriali di essa e si seguono le direttive del supervisore si  viene pubblicati, altrimenti niente. Perciò a tutti coloro che hanno fatto orecchie da mercante… fingendo di seguire i miei consigli,  limitandosi a consegnare tutto all’ultimo minuto, trascurando di farmi controllare le inchiostrazioni, dico: “mi dispiace ma “SIETE FUORI”.”
 Essere un “FUMETTARO” oltre ad essere un ‘Arte è anche un lavoro serio e da professionisti. Tutti costoro verranno avvisati da me personalmente, di non essere più inseriti nel “Compendium”.
Purtroppo oltre ad aver danneggiato se stessi, hanno danneggiato anche gli sceneggiatori  a cui erano abbinati. Il massimo della superficialità e del non rispetto del lavoro altrui la  si  è  avuta da chi, una volta ricevuta la sceneggiatura, non ha più consegnato nulla, senza nemmeno avvisare di non essere più intenzionati  nel continuare a partecipare al concorso. Due di questi IMBECILLI, i quali avevano in mano sceneggiature di uno stesso scrittore, hanno inficiato la partecipazione di quest’ultimo, non consegnando .
Invece per tutti gli altri che hanno rinunciato alle vacanze, seguendo i miei “consigli”, consegnando pagina per pagina, modificando l’inchiostrazione quando richiesto (uno/a  dei migliori, non ha battuto ciglio quando ho chiesto di rifare l’inchiostrazione di una intera pagina),dico “GRAZIE”. Mi avete dimostrato che il COMPENDIUM non è stato tempo perso, e che da esso potrebbe nascere la “FIRMA” del futuro.

Per ora dovrete accontentarvi della copertina in bianco & nero del libro che uscirà ufficialmente per LUCCA COMICS & GAMES 2013… appena assemblato, vi posterò la copertina definitiva, colorata anch’essa da esordienti…

venerdì 13 settembre 2013

XXX Edizione di FALCOMICS 2013- Quando il proprio lavoro serve a qualcosa.

XXX FALCOMICS- Premiazione a Franco Spiritelli e Fabio Manini
tributo a SPIRI
tributo a FABIO MANINI


Finalmente nel mio lavoro sono riuscito ad unire l'utile al dilettevole...No! non ho rimorchiato una bella ragazza con un mio disegno, ma la nuova organizzazione di Falcomis nella persona di MARCO BIANCHINI e GRAZIELLA SANTINELLI, mi ha commissionato dei disegni tributi per ringraziare FABIO MANINI e FRANCO SPIRITELLI di aver creato e portato al successo la Mostra e Mercato del fumetto di FALCONARA M.ma, rendendola la comicon italiana più longeva.
Per l'esattezza, Manini (se non lo specifico  Fabio mi toglie il saluto) la creò, e dopo un paio d'anni venne affiancato nella direzione da Franco Spiritelli in arte SPIRI, Nume tutelare di Fumo di China.
Sono orgoglioso d'essere stato chiamato a partecipare al ringraziamento di due mitiche figure che hanno contribuito a rendere grande il fumetto italiano degli ultimi 30 anni.
Per vent'anni sono stato testimone della loro grande passione e professionalià nel preparare e gestire la mitica mostra mercato. Grazie Fabio e Franco... sulle vostre orme ora proseguono stupendamente Marco e Graziella.
Auto tributo per ventuno anni di presenza indefessa-Inedito-
                                                                           ... to be continued...

martedì 10 settembre 2013

RIFLESSIONI SU NARNIA FUM.8 ED AMENITA’ VARIA.


Sono stanchissimo e soddisfatto della bellissima  manifestazione fumettistica che si tiene ogni anno con enormi sacrifici da parte di FRANCESCO SETTEMBRE, titolare della ANTANI COMICS di Terni a Narni, la splendida cittadina medievale umbra.
Ho conosciuto e fatto amicizia con un mostro sacro del fumetto internazionale  dal nome:” DAVID LLOYD”, mitico disegnatore di “V FOR VENDETTA”, mentre l’anno scorso, ero in perfetta sintonia con “DAVE GIBBONS”(Ciao Dave!), leggendario disegnatore, di “WATCHMEN”… se tanto mi da tanto , il prossimo sarebbe  “ALAN MOORE”…. Magari insieme creeremmo: “I ROMP-MEN” o “ S for Strunz”…
Per non parlare di GARY ERSKINE, vecchio compagno d’avventura della Marvel U.K. FRANCIS MANAPUL, giovane talento che attualmente lavora alla DC Comics su Flash. Di lui mi ha stupito non solo la sua bravura, eccezionale, ma il suo stomaco … d’acciaio, in un confronto, Superman si sarebbe arreso.
RAFA SANDOVAL,  splendido disegnatore di Cat-Woman.
 MONICA CATALANO sempre più bella e brava , talento di punta della Disney e realizzatrice del poster di quest’anno della manifestazione… permettetemi l’orgoglio da insegnante, mia EX-ALLIEVA
CARMINE DI GIANDOMENICO,YOSHIKO WATANABE,MICHELE  RECH, in arte ZERO CALCARE. MARCO SOLDI, MAURIZIO DI VINCENZI,MARCO SANTUCCI, MARCO LAURENTI,RAUL CESTARO, ENRICO GALLI, DAVIDE DE CUBELLIS, FRANCESCO BIAGINI, FEDERICA MANFREDI. PASQUALE QUALANO, RICCARDO BURCHIELLI , ALBERTO PONTICELLI , e molti emergenti: WALTER TRONO, PIERPAOLO PASQUINI, RAFFAELE UMBERTO RUFFINI , ALBERTO PONTICELLI, PIERZ, GIUSEPPE GUIDA, FABRIZIO GALLICCIA, DIEGO FARINA e MAURO ANTONINI, senz’altro me ne sarò dimenticati tanti altri di grandissimo valore, spero non me ne vogliano. La mia memoria faceva difetto da giovane, figuriamoci ora. Ho incontrato anche dei  non ospiti attirati a Narni come le falene verso la luce.  Editori di prima grandezza come la SERGIO BONELLI Editore, con la prestigiosa presenza di MAURO MARCHESELLI, direttore editoriale  e RICCARDO DE MARINO.
ALASTOR, GRIFO Edizione, NPE. Edizioni, RW Lion,  TUNUE.  L’ area JAPAN e Ass. Cult. DYLANDOGOFILI… tantissime associazione e  negozi/fumetterie.
Incontri scontri tra autori di prestigio , arbitrati da uno sfavillante  ALESSANDRO DI VIRGILIO, come il mio con David Lloyd, di cui i disegni  realizzati andranno all’asta per un’opera meritoria.
L’anno scorso era per il reparto pediatrico dell’ospedale di Terni e Narni…
Una location mozzafiato: Via Garibaldi col centro medievale della cittadina.
“Cozplayers”, e tanta, ma tanta gente, forse troppa per una manifestazione così piccola…
In una kermesse del genere, polemiche , incomprensioni , invidie e varie amenità non possono mancare. Dal caldo all’interno della chiesa sconsacrata , cuore della manifestazione,  alla pioggia del venerdì pomeriggio. Da chi voleva acquistare a tutti costi il biglietto di una fiera di cui sapeva in precedenza d’essere  brutta e frequentata male, a chi invece avrebbe voluto entrarvi  gratis. Dalla cellulite della cozplayer di LAMU, alla bella ragazza vestita da PRINCIPESSA LEIA di Star Wars, che si rifiutava di salire su di un balcone medievale per scimmiottare GIULIETTA.
Qualcuno, con la tipica superficialità e cattivo costume di un italiano da non imitare,  l’ha classificata “SAGRA PAESANA”…
Ci sarebbero dei parametri per stabilire se una manifestazione fumettistica sia più o meno riuscita, ma probabilmente, questo fine osservatore ne è all’oscuro:
1)      La location: Qualcuno ha dubbi sulla bellezza del centro storico di Narni, e dell’unicità  di una chiesa sconsacrata come cuore  della manifestazione?
2)      Le presenze di case editrici più o meno prestigiose… qualcuno ha dubbi sul prestigio della Sergio Bonelli Editore, Tunue , NPE.Edizioni, e in linea indiretta l’Editoriale Aura,  Marvel Entertainment, e la DC.Comics?...
3)      Gli artisti presenti di prestigio… DAVID LLOYD, CARMINE DI GIANDOMENICO. MAURIZIO DI VINCENZO, MARCO SOLDI, FRANCIS MANAPUL, GARY ERSKINE… sono di prima grandezza?...
4)      Un premio deciso senza coercizioni e servilismi, tanto che io come giudice, non sono riuscito a piazzare nessuno dei miei votati…
5)      Affluenza di pubblico, e ce n’è stata tanta, nonostante la crisi… io non so i numeri, ma ad occhio, quando disegnavo, ed alzavo lo sguardo,  non riuscivo a vedere oltre al mio naso.
6)      AREA PRO, con professionisti della S.B.E., Marvel Ent., DC.comics, Cagliostro E-Press, Agenzia TOMATOFARM ecc.. con grandi artisti disposti ad incontrare giovani talenti  in erba con i loro book per dare consigli. Ci sarebbe ancora da dire , ma io mi fermo qui.

Come catalogare una manifestazione del genere? Nonostante fosse piccola, e adottando  questi parametri  validi in tutto il mondo: OTTIMA!
 A dispetto di quello che possano pensare i superficiali spocchiosi, NARNIA FUMETTO è tra le migliori  ComiCon  italiane del momento.
Forse l’unico vero punto debole della manifestazione è la grande preparazione in campo fumettistico  del personale , dalla traduttrice  al facchino e a chi era in biglietteria… Spesso succede in manifestazioni, anche più blasonate di questa, di non sapere chi fosse Sergio Bonelli o Stan Lee. Testimone io : Cacciarono ALBERTO BRECCIA, ed un giovane Pino Rinaldi lo fece rientrare nel TEATRO DEL GIGLIO di Lucca (PAZZESCO!)…
Qui invece accade  esattamente il contrario e si viene criticati:
Mi dia un biglietto!
Ma lei è un operatore del settore, ha diritto (come in tutte le comicon del  mondo) al Pass per gli ospiti!”
“ Come si permette…io voglio pagare, e poi sono solo €5:00… Lei è un italiota  abitante in una italietta, che cerca di farmi scroccare un biglietto … PFIUUU! E poi solo di 5 euro!”
Veramente io le vengo incontro… lei è un operatore del settore, perciò  ha diritto al pass… funziona in tutte le manifestazioni, dagli APPENNINI alle ANDE!”
Non posso accettare un pass, di una brutta manifestazione, con la presenza di brutte persone!”
 “Lei preferisce pagare le spese del  viaggio, biglietto e… per solo puro masochismo? Se lei già sa che la mostra/mercato  è brutta e frequentata da brutte persone, perché la vuole visitare a tutti i costi?”
Normalmente,  quando sono stato in mostre che reputavo scadenti, una volta visitata, me ne andavo per altri lidi, sperando così di lenire  la delusione. Invece l’esperto di sagre paesane è rimasto nella manifestazione fino alla chiusura della giornata, visto da me e da altri testimoni … perché?... rientrando più volte nella chiesa sconsacrata per?... riuscendo… e ritornando… girava, ma poi rientrava… per…?... Per farsi bello col mega direttore ipergalattico della sua casa editrice?...  sperando che avrebbe potuto manipolare su di se l’attenzione del pubblico?... Oppure  è rimasto deluso di non aver vinto  un leoncino?...  “Hei! Sono qui! Un premio per aver beneficiato la vostra squallida fiera con la mia presenza me lo merito!”

Francesco, impara:  non scegliere collaboratori preparatissimi sul fumetto, creano solo problemi, bensì  elargisci premi nominali a chi  si crede   il detentore della verità sul fumetto italico, ed eviterai critiche mascherate. Il soggetto  tornerà a casa felice come un bambino per addormentarsi  tranquillo nel suo lettuccio. Sognerà  paradisi idilliaci in cui tutti lo osanneranno, per poi  svegliarsi  nel mezzo della notte, madido di sudore in crisi d’astinenza… dovendo  trovare al più presto il nome di un collega od operatore del settore di cui parlare male…  altrimenti la sua vita non avrebbe più motivo d’essere vissuta…
                                 Dal Vostro simpatico PINO RINALDI di quartiere.
                               ... to be continued?... Next in  NARNIA FUMETTO 9...

giovedì 5 settembre 2013

NARNIA FUMETTO 8 - 6/7/8 Settembre 2013



                                           NARNIA FUM8
Dal 6 all'8 settembre 2013, se mi cercate mi troverete nella famosa ComiCon italiana. Non sarò solo, ma affiancato da colleghi del calibro di DAVID LLOYD, il mitico disegnatore di "V for Vendetta". Vi aspetto per firmarVi i l brossurato de "LA SAGA DI TWEE-WAN-POOR", i cartonati de "L'AGENZIA-X", "OMEGA" e il portfolio de "IL FANTASTICO MONDO DI PINO RINALDI"... o anche solo per berci una birra insieme, o un caffè... Vi aspetto... il disegno è sottointeso...
                                                                                    ...to be continued...

martedì 3 settembre 2013

TWEE-WAN-POOR alla RISCOSSA!



                               La RECENSIONE di COMICUS.

Forse quando venne proposto la prima volta La Saga di TWEE-WAN-POOR, non venne capita essendo in anticipo coi tempi.
Venne stroncata brutalmente e senza una spiegazione logica, ma con dei semplici : "E' IL FUMETTO  PIU' BRUTTO CHE IO ABBIA MAI LETTO!"... "E' UNA ACCOZZAGLIA  DI AVVENIMENTI E PERSONAGGI  MESSI INSIEME SENZA CRITERIO!". Ci rimasi molto male, al punto di riporlo in un cassetto per dimenticarlo...
Passarono anni, aprii il blog: Cominciai a navigare in rete, a rifrequentare le comicon, che da tempo disertavo, scoprendo  invece, che quella "ACCOZZAGLIA di PERSONAGGI" aveva fatto breccia in (forse)  una altrettanto "ACCOZZAGLIA di ESTIMATORI". Gente che mi chiedeva una riedizione in un unico volume della  miniserie, ed addirittura... UDITE...UDITE... un suo proseguimento.
Scrissi sul mio blog  un post sulla Saga e cominciai a ricevere le stesse richieste anche tramite posta elettronica.. Finalmente, incontrando la SHOCKDOM ,  la Saga di TWEE-WAN-POOR ebbe la sua RISCOSSA.
Grazie a tutti per aver riaccolto a braccia aperte questo figliol prodigo del fumetto italiano.
Pino Rinaldi.                                                       ... to be continued....

domenica 1 settembre 2013

Riuscirà DYLAN DOG, dopo essere sopravvissuto a centinaia di mostri, nel superare l'attuale CRISI del fumetto italiano?

                                                              IO TI SALVERO’! 

“ La sindrome della crocerossina nei confronti di DYLAN DOG”

Mario Uccella ed io non vogliamo offendere nessuno o essere offesi da qualcuno, ma ci ponevamo il problema che se per salvare un personaggio storico come DYLAN DOG bastasse fargli dare del “VOI” fascista alle persone, dotarsi di telefonino o qualunque cosa di minimamente ammiccante nei confronti di un pubblico molto giovane che non legge (SIGH!) più fumetti.
Questo post vorrebbe essere un appello a tutti gli appassionati, che per un semplice giorno potranno essere i supervisori e compilare la loro ricetta per rinnovare il famoso personaggio… Un po’ come se una ragazza innamorata di un tossicodipendente, convinta di poterlo salvare, diventi essa stessa una drogata.
Aspetto le vostre idee, non possono essere peggiori di quelle ufficiali che ho letto finora in Rete nei forum e nelle interviste dedicate.

1)          RICETTA A BASSO COSTO DI PINO RINALDI

Pino Rinaldi è la persona meno indicata per trovare soluzioni in merito, non avendo l’ottica bonelliana sul fumetto. Per me il fumetto non deve essere succube ad altri media, tipo film, telefilm e libri, essendo già esso uno di prima grandezza.
I personaggi della bonelli sono sempre simili a se stessi, a differenza di quelli americani che ogni quinquennio devono rinnovarsi, per il naturale ricambio tra le fila dei lettori. Da noi la collezione viene continuata fino alla morte del collezionista (di italica rimembranza: “O si fa Tex o si muore!”), magari senza nemmeno leggerli, solo per abitudine.
Se il personaggio non rimanesse sempre uguale a se stesso, il lettore ottuagenario potrebbe non riconoscerlo e non acquistare più l’albo. Oppure, indicandolo alla badante rumena o extracomunitaria, dirle “Vammi a comprare TEX!” e lei: “Ma com’è fatto?”, e riempiendosi gli occhi di lacrime, esclama: “Una camicia gialla (una polo) con blue-jeans, fazzoletto al collo nero e cappellaccio da bovaro!”, augurandosi che la povera donna non sbagli con SUPERMAN o l’UOMO-RAGNO.
Solo in una realtà alternativa mi verrebbe chiesto un parere per rinnovare il personaggio, e solo in questa realtà alternativa potrei rispondere in questo modo:
Basta con tutti i luoghi comuni e i clichè di un certo fumetto che ha fatto la propria epoca, ma che ora appare vecchio per non dire stantio… Il personaggio dovrebbe poter recitare come ogni essere umano. Sarebbe più facile identificarsi in un essere umano piuttosto che in un robot. La giustificazione che l’eroe ne ha viste tante dal non stupirsi più di nulla, suona di un’ingenuità narrativa degna degli anni sessanta/settanta. Oggi come oggi, nel XXI° secolo, con un pubblico svezzato  e smaliziato da film, telefilm e racconti vari, videogames sempre più realistici e violenti, non funzionerebbe…
Basta con “I MOSTRI SIAMO NOI”, problematica adolescenziale della generazione di Sclavi. Da allora sono passati troppi anni e troppi se ne vedono a tutte le ore in tv come in Rete.
Basta con la donna portata a letto immancabilmente a ogni numero. A parte trovarlo offensivo nei riguardi del gentil sesso, lui non avrebbe le “physique  du role”. Avesse le sembianze di Brad Pitt e di Robert Redford da giovane messe insieme, ci potrebbe anche stare, ma ha quelle di Rupert Everett, un belloccio manco troppo sexy e oltretutto gay dichiarato! Perciò o lo portiamo in una dimensione più umana o facciamo fare outing anche a DYD… almeno nel fumetto potremmo dimostrare di non avere pregiudizi sessuali, fornendo anche una spiegazione psicologica del bisogno compulsivo di portarsi a letto una donna per albo.
Basta con “GROUCHO” e le stupide spalle bonelliane, retaggio del fumetto italiano anni cinquanta. Mi piacerebbe farlo morire (nessuno piangerebbe, essendo un personaggio senza spessore), ma troverei più comodo fargli vincere un gratta e vinci da un paio di miliardi di sterline, tagliarsi i capelli ed i baffi per andare a vivere a New York e mettere su un musical di successo a Broadway e (perché no?) un giro d’escort  d’alto bordo, come risposta all’invidia mal celata nei confronti dell’eroe per le conquiste sin troppo facili.
Le storie sarebbero autoconclusive nei limiti di un solo albo, tranne casi rarissimi in cui si potrebbero spalmare su due albi, per raccontare davvero qualcosa in più e non solo per allungare il brodo.
Mostri realmente mostruosi, cattivissimi, con i quali far combattere il nostro eroe senza fargli perdere tempo in pallosissime discussioni che occupano pagine su pagine al solo scopo di raggiungere la foliazione minima. Basta con i doppi e tripli finali o i finali che non dicono niente, vecchi e abusati, o addirittura i finali lasciati all’interpretazione e al buon cuore dei lettori. Lettore che paga lo sceneggiatore per una storia che abbia, nel bene e nel male, un finale quale che sia.
Immaginatevi dal giornalaio con la copia dell’albo in mano a dire: “Tenga i cinquantadue centesimi di resto sui €2,90… manca il finale!
Basta col cattivo, parente stretto della persona che si rivolge al nostro eroe per coinvolgerlo nelle vicende narrate. Non se ne può più dai tempi di Caino ed Abele.
Un tizio che pretende di combattere gli incubi senza essere uno psicologo o psicoterapeuta, dovrebbe essere un po’ più prestante e coraggioso, non uno che per andare a comprare il giornale prende la macchina e lo stenderesti a terra con uno starnuto.
Se fossi il supervisore di DYD, in una realtà alternativa, apporterei i cambiamenti suddetti non già alla serie regolare, ma in un’altra, dal titolo improbabile di: ”DYLAN DOG altrimenti…”, forse con periodicità trimestrale come una sorta di “WHAT IF” o “ELSEWORLDS” . Una collana in cui si testerebbe il gradimento del lettore sui cambiamenti e non per proporre la solita sbobba con il personaggio che ripropone se stesso in ambiti e spazi temporali diversi. Si potrebbe avere un personaggio completamente rinnovato senza colpo ferire, “altrimenti” si chiude.
Partirei con l’apertura della sua agenzia investigativa, magari scopriremmo che Dog è uno pseudonimo usato invece del cognome vero, scaturito dal suo innegabile fiuto per mettersi nei guai e scovare presenze inquietanti… Il vero cognome sarà una sorta d’inside-joke, che non scopriremo mai, un po’ come il nome di battesimo del tenente Colombo o quello del commissario Maigret che George Simenon rivelò solo moltissimi anni dopo i suoi primi romanzi di successo.
Dylan imparerà a diventare investigatore dell’incubo sbagliando e sperimentando sulla sua pelle il fallimento. Lo vedrei abbandonato da una ex (moglie o fidanzata, fate vobis) per non riuscire, nei primi tempi della loro breve unione, a portare uno stipendio adeguato per vivere. Forse i soldi li farà e forse no, ma con il tempo (quando la “scassapalle” se ne sarà andata), riuscendo a risolvere casi per ricchi clienti. Nessuno esclude che l’ex moglie o fidanzata, possa tornare per avere il ben servito dal nostro.
Niente ex poliziotto, ex alcolista o situazioni trite e ritrite. Avrei anche un’idea sulle sue origini, ma non vorrei fare dello spoiler. Niente poliziotti vicini alla pensione che gli passano informazioni, in funzione di “DEUS EX MACHINA”, usato abbondantemente dal teatro greco.
In questa serie “ALTRIMENTI…” perfezionerei di più la parte grafica, dalle copertine poco evocative per una serie horror, al non accostare disegnatori troppo simili tra loro, e prediligendo una gabbia più articolata a quella canonica della Bonelli. Articolata ma non confusionaria, come qualche disinformato crede.

Con affetto dal Vs. simpatico Pino Rinaldi di quartiere di una realtà alternativa.

2)    RICETTA D'ALTA CLASSE DI MARIO UCCELLA:

Partiamo da un presupposto.
Dylan Dog (d’ora in avanti DYD) quando uscì ebbe l’effetto di una bomba atomica gettata in uno stagno, quello del fumetto italiano, sino allora vittima, si diceva, dell’ennesima crisi d’idee e nuovi personaggi. Certo, vi era stato l’esperimento “Orient Express”, rivista per la quale la banda orchestrata da Luigi Bernardi aveva cercato di mettere insieme idee per nuovi personaggi, “rigorosamente forti, con sapore” come recitava uno dei loro ultimi articoli. Solo il sommo Magnus era riuscito nell’intento, resuscitando il suo Sconosciuto, e dando nuova linfa a un filone ormai secco. Persino lo stesso Ken Parker pareva destinato a vivere tra quelle pagine una seconda giovinezza dopo i successi più di critica che di pubblico, e invece…
In più, l’horror non era mai stato sino a quel momento un genere popolare né capace di vendere migliaia di copie. Figuriamoci essere protagonista di un prodotto seriale. Bonelli invece, spinto dal successo arriso alla creatura di Alfredo Castelli, volle provare. E, come gli capitava in quel periodo, seppe trasformare l’idea in oro.
Dopo, tutto fu diverso, tutti vollero la loro libbra di carne e cercarono di imitarlo, senza riuscirvi. Nemmeno lo stesso editore, forse, si aspettava un successo del genere, tant’è che vi arrivò abbastanza impreparato e fu costretto a correre ai ripari, ristampando il primo albo a poche settimane dalla sua uscita.
Chi scrive è uno di quelli che leggeva allora ogni nuova proposta proveniente da via Buonarroti, felice possessore del “mitico” numero 1, rivenduto senza rimpianti anni dopo a un prezzo che qualcuno di voi considererebbe folle. Uno di quelli che si appassionò al personaggio sino alla sua venticinquesima uscita, salvo poi abbandonarlo quando cominciò a rendersi conto che persino il “rivoluzionario” personaggio creato da Tiziano Sclavi soffriva dell’inevitabile sindrome da successo che pare avvolgere tutti i personaggi dell’ex Daim Press, da un certo punto in avanti, esaurita: il sedersi sugli allori, il non voler scontentare il pubblico affezionato e collezionista, quello che ti segue per anni o addirittura decenni, incapace di apprezzare i cambiamenti profondi nel modo di essere e di comportarsi degli eroi bonelliani. Al pari di Ken Parker, DYD portò avanti un discorso di rottura, conquistando in breve tempo un pubblico affezionato composto (caso più unico che raro) da lettori maschi e femmine, con queste ultime addirittura per qualche tempo in numero maggiore dei primi anche a causa dell’aspetto dell’eroe, ricalcato sulle fattezze del bello e dannato Rupert Everett, scopertosi poi anni dopo essere addirittura gay. Altro che tombeur de femme! Forse la rivoluzione maggiore Bonelli l’avrebbe fatta assegnando al nostro il primo caso di outing della storia del fumetto, rivelandoci magari che la sua convivenza more-uxorio con il sosia di Groucho Marx non era tanto casuale e gettando ombre rosa sulle altre coppie di fatto storiche della casa editrice, da Tex e Carson, Zagor e Cico, Martin Mystére e Java e via andare…
La crisi generale in cui viviamo non poteva lasciare indifferenti le case editrici nostrane, da anni impegnate in una lotta per la sopravvivenza editoriale che ha già lasciato sul terreno molte vittime, anche innocenti. Ecco perché, anche per la diffusione di certe notizie non confermate, come un crollo verticale nelle vendite per tutte le collane bonelliane, che aveva già costretto l’editrice a diradare le uscite di serie come Martin Mystére e Magico Vento, chiuderne altre e cederle in sub-appalto, come Nick Raider e persino (orrore!) il “figlio putativo” del patron Sergio, Mister No, fatto salvo Tex che è un fenomeno paranormale trasmesso di generazione in generazione, da nonno a nipote et ultra, l’idea di Sclavi di riprendere in mano la sua creatura per cercare di riportarlo agli antichi fasti, coinvolgendo le nuove generazioni di lettori, pare non aver colto nessuno di sorpresa. Immediatamente dopo l’annuncio, sono partite le speculazioni più assurde (chiude, non chiude, lo riscrivono da cima a fondo), come se fosse una cosa facile far ripartire un personaggio ormai consolidato nell’immaginario collettivo, in una sorta di ritorno alle origini, come uno dei periodici lifting a uso dei nuovi lettori ai quali ci hanno abituati i comic books anglosassoni, che ogni lustro devono rimettersi a nuovo per attrarre nuovo pubblico, spesso cambiando tutto per non cambiare nulla.
Rimane poi da dire che nel caso di specie (che può tranquillamente estendersi a tutti i prodotti della Bonelli) è difficilissimo accostarsi a un personaggio che ha dei cliché anche rigidi da rispettarsi per trovare il modo di raccontarlo in maniera nuova o comunque alternativa.
Come fare dunque per “rivoluzionare” Dylan Dog (e, per estensione, uno qualsiasi dei personaggi creati da Gianluigi e Sergio prima e dai loro validissimi collaboratori poi)?
Spesso può essere sufficiente una trovata alla Kevin Smith, quando lo scrittore e regista riportò in vita Oliver Queen/Freccia Verde con un semplice escamotage al quale sino ad allora nessuno aveva pensato (una particella elementare con sufficiente dna del personaggio si era letteralmente depositata sul costume di Hal Jordan, all’epoca il cattivissimo Parallax, e da questa il vecchio irascibile arciere fu riportato in vita clonandolo alla velocità della luce).
Non serve nemmeno portarlo nell’epoca moderna, cancellando la forma arcaica del “voi” con cui si rivolge ai comprimari delle sue storie, o facendogli usare un pc con un programma word in luogo della penna d’oca per fermare sulla carta i suoi pensieri. E poi, perché dovrebbe? Perché dovrebbe usare un telefonino e magari rinunciare a Groucho che nei momenti topici delle storie, lancia una pistola inevitabilmente scarica? Perché pensare che il suo non usare gli ammenicoli della tecnologia più recente lo faccia essere per forza sembrare un residuo d’altri tempi? Il comunicare via telefono a ghiera e non tramite facebook o whatsapp lo rende per forza impopolare o non è trasversale se preferisce costruire il suo galeone piuttosto che sconfiggere nerd in Rete attraverso l’uso di una consolle per videogiochi in 3D? Non guarda la tv e non si nutre di reality show, non legge manga giapponesi, non pontifica sul nulla nei forum, non assume atteggiamenti da superstar dell’orrore, dicendo al momento del suo arrivo sul luogo “Fermi tutti! Sono Dylan Dog, ci penso io”. Questo lo rende meno popolare? Sarebbe stato meglio se in luogo di Groucho ci fosse stato Gnaghi, il compare muto di Francesco Dellamore, prototipo mai realizzato sino in fondo dell’indagatore dell’incubo e che DYD avesse avuto le fattezze del ballerino spagnolo Antonio Gades in luogo di quelle che hanno contribuito al suo successo?
Fermo restando che DYD è una serie più “realistica”, comunque popolare, e deve gioco forza rivolgersi a un pubblico più vasto, ripartirei proprio da quest’ultimo aspetto: il lettore.
Che cosa vuole il lettore diciamo “medio” di DYD?
Vuole il terrore, vuole le storie di mostri, vuole appassionarsi alle gesta di vampiri, licantropi, serial killer efferati stile Jack lo squartatore ed emuli moderni, vuole che il sangue torni a scorrere copioso. Vuole il gore, lo splatter e magari qualche incursione in quello che sino a un paio d’anni fa poteva essere un filone alternativo e interessante chiamato “torture” o “gore” porn, rappresentato da film di genere come la saga di “Saw” e di “Hostel”. Vuole che DYD indaghi l’incubo in tutte le sue forme e, a giudicare da quello che si legge in Rete, anche nei forum, i lettori di lungo corso rimpiangono soprattutto storie come “Memorie dall’invisibile” o “Johnny Freak”. Non vuole discorsi tipo “i mostri siamo noi” ai quali Sclavi li ha abituati nel corso degli anni, complice la sua idiosincrasia per i rapporti interpersonali e con tutto il genere umano. I lettori di DYD sono cresciuti. Gli basta navigare la Rete per comprendere che tra le pagine di un fumetto si agitano mostri infinitamente più risibili di quelli che quotidianamente popolano il mondo reale.
Il cinema horror esiste sin dall’inizio della settima arte, con capolavori del cinema espressionistico come il “Nosferatu” di Murnau o “Il gabinetto del dottor Caligari”; esiste quindi un serbatoio sterminato di storie al quale attingere. Per non parlare della letteratura gotica, che ha in Lovecraft e Allan Poe due giganti. Dovendo immaginare un nuovo pantheon di nemici o incubi per DYD, mi rifarei ai maestri del cinema horror italiano degli anni Sessanta/Settanta, da Mario Bava a Dario Argento, che hanno ridefinito un genere per inventarne letteralmente un altro che, come i western di Sergio Leone, sarebbe stato poi ribattezzato “all’italiana”. Negli ultimi anni, si diceva del genere “torture porn”, filone estremo che ha spinto il pedale sull’effettaccio non necessariamente gratuito, film in cui il sangue scorre a fiumi e nei quali si è (volutamente?) azzerato o quasi l’introspezione psicologica dei personaggi, che ha filiato una serialità in genere nettamente inferiore ai film capostipite come il bellissimo “Martyrs”. Diversa invece la strada intrapresa oltreoceano dal musicista e regista Rob Zombie che dopo aver rivisitato il genere con “La casa dei mille corpi” e “La casa del diavolo” ha riscritto da cima a fondo la saga del Mike Myers,  efferato protagonista della serie “Halloween” di John Carpenter, senza tradirne lo spirito e approfondendo la psicologia dei protagonisti, cosa che nella trilogia originale forse mancava, rimanendo comunque fedele allo spirito irriverente del regista di “Distretto 13” e “Fuga da New York”. Pollice verso per gli esperimenti nostrani, laddove non si faccia riferimento al filone esoterico e misterico, infarcito anche di elementi horror, e letteralmente inventato da Pupi Avati con i fondamentali “Zeder” e “La casa dalle finestre che ridono” o, in misura minore, nel bellissimo sceneggiato televisivo “Voci notturne”, un racconto che non sfigurerebbe interpretato dai nostri Martin e Dylan...
Discorso a parte merita la trilogia diabolica argentiana, iniziata con “Suspiria” e “Inferno”, due capolavori assoluti, e conclusa nel peggiore dei modi con l’infame “La terza madre”.
Eliminerei l’elemento “arcinemesi”, il più cattivo dei cattivi, che in ogni albo e serie Bonelli DEVE per forza di cosa tornare ciclicamente a tormentare il protagonista. La cosa ha un suo senso nelle storie dei supereroi, dove il super villain è spesso la causa dell’esistenza dell’eroe e viceversa in un continuo gioco di specchi e di rimandi. Quindi addio a Xabaras, a Morgana, madre di DYD e alle implicazioni edipiche che comportano. Cercherei di creare un nuovo gruppo di nemici, diversi e che magari si rivelano più tosti del solito nell’essere eliminati, tipo una setta satanica o para-massonica (il Regno Unito è la patria della Massoneria), infiltrata sin nei più alti livelli istituzionali della monarchia costituzionale inglese e in grado di intralciare con modi “puliti” e altri no, il lavoro del nostro e che ritornasse periodicamente a intralciarne vita e lavoro. Ridurrei al minimo la parte “parlata”, vecchio e persistente punto dolente delle serie Bonelli, in favore di una maggiore dose d’azione. Le spiegazioni possono essere anche date dopo o non date affatto. Questo ridurrebbe le storie alla durata delle canoniche 94 pagine senza storie doppie che, a mio parere, finiscono per distrarre il lettore che vuole godere di un inizio e di una fine credibili e magari non da attendere un mese per sapere come va a finire. Farei in modo da impedire a DYD di portarsi a letto tutte le donne che sistematicamente bussano alla sua porta e lo renderei meno indigesto anche alle forze dell’ordine con Scotland Yard che in casi del tutto eccezionali, può ricorrere anche ai suoi servigi (l’utilizzo dei medium e/o dei sensitivi è accettato naturalmente nei casi di rapimento dalla polizia americana, perché DYD non potrebbe essere consultato dalla polizia londinese per i casi “insoliti”, alla stregua di uno Sherlock Holmes moderno?). Eliminerei i doppi e tripli finali, tipici di certi film horror scadenti e che ormai hanno fatto il loro tempo. Introdurrei il concetto di continuity, connettendo tutte le storie passate e presenti, facendo tornare personaggi ora dimenticati o accantonati, mal sfruttati o addirittura ridotte a figurine sullo sfondo. Farei in modo di eliminare lo schema “avvenimento delittuoso-personaggio che interpella DYD-intervento del nostro-spiegazione plausibile o meno dell’accaduto-lotta finale con redde rationem-finalissimo/doppio o triplo finale”, sul quale si basano TUTTE le serie Bonelli, nessuna esclusa. Farei in modo che si comprasse un cappotto o almeno un giubbotto con il quale coprirsi durante l’inverno e non mi dispiacerebbe vederlo in maniche di camicia in estate mentre scorazza con il maggiolino versione decapottabile per le campagne inglesi. Dopotutto abbiamo a che fare con un essere umano, una persona con gusti personali che possono cambiare nel tempo e chissà, spingerlo a cambiare persino look, tanto resterebbe DYD anche senza le Clark’s e la camicia rossa…
Groucho e Bloch sono personaggi che non eliminerei del tutto, anche perché protagonisti della serie sin dall’inizio, e a mio parere non sono stati sfruttati a fondo nelle loro potenzialità (ad esempio, ho sempre creduto che Groucho fosse un matto incontrato da DYD a un determinato momento della sua esistenza, quando l’eroe è finito in manicomio per motivi legati alla sua attività e che sia indispensabile al protagonista per tenerlo ancorato alla realtà, una sorta di zattera per la sua sanità mentale). A Bloch scrollerei di dosso la sua sindrome da dottor Watson e lo renderei magari un po’ più duro anche con il suo “old boy” che ha raggiunto da un bel po’ l’età dello svezzamento. Il poliziotto umano-troppo-umano che ne ha viste tante ma non abbastanza da necessitare sempre e comunque di una buona dose di antiemetici, ha fatto il suo tempo. Lo promuoverei e farei in modo di affiancare a DYD una squadra specializzata in mostri e affini, magari con a capo una figura femminile con la quale creare un perenne stato di tensione sessuale destinata a non sfociare mai in baci, carezze e sdolcinature da adolescenti. Un personaggio che sappia guadagnarsi le luci della ribalta senza necessariamente pestare i piedi al protagonista o magari in grado di generare uno spin-off all’americana per se stessa e i suoi colleghi, come hanno fatto Liz Sherman e i compagni di Hellboy, il personaggio creato da Mike Mignola. Una donna tosta, capace di stargli affianco senza subirne per forza di cose il fascino e capace in alcune occasioni di togliergli pure le castagne dal fuoco, magari a colpi di pistola.
Carica. Mario.

Ripeto il nostro è solo un gioco che non vuole essere offensivo verso nessuno... anzi è un atto di amore nei confronti del personaggio e della casa editrice che lo edita... sarebbe simpatico se anche altre persone dessero la loro ricetta personale... Grazie.